Indice dei contenuti Malta Exit-Strukturen 2025: Perché l’isola è diventata il paradiso fiscale per le cessioni aziendali Cessione azienda a Malta: I 3 principali vantaggi fiscali nel dettaglio Passo dopo passo: Come strutturare al meglio il tuo Malta-Exit Malta Holding Exit: Le insidie e come evitarle Malta vs. altre giurisdizioni UE: Il confronto onesto Caso pratico: Startup tech vende tramite struttura maltese Cessione aziendale a Malta 2025: Cosa cambierà Domande frequenti Tre anni fa, quando accompagnai il mio primo cliente nella vendita della sua startup fintech tramite una struttura maltese, pensavo ancora: “Malta? Non sarà mica solo per società blockchain?” Oggi, dopo aver gestito decine di exit tra i 10 e i 200 milioni di euro grazie all’isola, posso dirti: Malta è l’arma segreta sottovalutata dagli imprenditori internazionali che vogliono ottimizzare fiscalmente la vendita della propria azienda. Certo, tutti conoscono i soliti sospetti: Olanda, Lussemburgo, persino Estonia. Ma Malta? La piccola isola UE nel Mediterraneo negli ultimi anni ha introdotto un regime fiscale che, se strutturato correttamente, consente di realizzare cessioni da centinaia di milioni di euro praticamente esenti da imposte. Il tutto in modo perfettamente legale e conforme alle regole UE. Forse ora starai pensando: Sembra troppo bello per essere vero. Lo capisco; ci sono passato anchio, finché non ho visto la prima dichiarazione fiscale: 0% di Capital Gains Tax sulla vendita di quote societarie. Su unoperazione da 50 milioni, questo ha significato oltre 12 milioni di euro di risparmio fiscale rispetto a una struttura tedesca. In questo articolo ti spiegherò come funzionano davvero le Malta Exit Strukturen, quali trucchi e insidie ci sono e perché sempre più founder internazionali stanno vendendo tramite l’isola. Spoiler: Non è solo una questione di soldi, ma anche di certezza giuridica e di flessibilità. Malta Exit-Strukturen 2025: Perché l’isola è diventata il paradiso fiscale per le cessioni aziendali Sai qual è la vera differenza tra Malta e gli altri paesi a bassa tassazione? Dal 2004 fa parte dell’UE, l’inglese è lingua ufficiale e il sistema legale si basa sul common law anglosassone. Tradotto: niente zone grigie, niente leggi esotiche da interpretare. La holding maltese: la chiave per massimizzare i proventi della vendita Una holding maltese in pratica fa da filtro fiscale tra te e la tua azienda. Invece di vendere direttamente la tua GmbH tedesca, trasferisci le partecipazioni a una società maltese che poi le cede al compratore. Il punto forte: Malta applica lo 0% di tassa sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di quote societarie, a patto che siano soddisfatte alcune condizioni. La più importante è la cosiddetta “Participation Exemption” – un termine ingombrante per una regola potentissima. Ecco le condizioni, senza giri di parole: – Possiedi almeno il 10% delle quote – La partecipazione è detenuta da almeno 12 mesi – La società target non deve essere prevalentemente immobiliare – La società maltese deve avere reale sostanza (più avanti i dettagli) Cosa significa? Su un tipico tech-exit, dove tu come founder sei già socio di maggioranza e hai costruito l’azienda da oltre un anno, la Participation Exemption si applica automaticamente. Participation Exemption: Come vendere fino al 100% esentasse Te lo spiego con un esempio pratico: supponiamo tu venda la tua azienda per 100 milioni di euro. In Germania, da privato, pagheresti il 26,375% di Capital Gain Tax, cioè poco meno di 26,4 milioni. Con una struttura maltese? 0 euro. Ma attenzione: esentasse non significa che i soldi finiscono subito nelle tue tasche. Devi prima distribuirli dalla holding maltese a te stesso. Ed è qui che entra in gioco l’ingegnoso sistema del 6/7 maltese. Malta prevede un’aliquota nominale d’imposta sulle società del 35%. Sembra alta? Il trucco: come azionista non residente, ottieni la restituzione di 6/7 di questa imposta quando incassi i dividendi. Quindi, l’effettivo carico fiscale è solo il 5%. Il calcolo per il nostro exit da 100 milioni: – 100M€ prezzo di vendita (0% Capital Gains Tax a Malta) – Alla distribuzione: 35% imposta = 35M€ – Di cui rimborsati 6/7 = 30M€ – Carico fiscale effettivo: 5M€ (5%) A seconda della tua residenza, vi saranno eventuali tasse locali sui dividendi. Ma, anche applicando le tedesche 26,375% sui dividendi, il carico totale resta sotto il 20% – ben meno del 26,375% di una vendita diretta. Sicurezza giuridica UE vs classici paradisi fiscali Il vantaggio decisivo rispetto alle giurisdizioni offshore tradizionali? Resti nell’ambito legale UE: – Protezione automatica grazie alle direttive comunitarie – Nessun problema con lo scambio automatico d’informazioni CRS – Accesso a tutte le convenzioni UE contro la doppia imposizione – Nessun rischio reputazionale presso investitori e acquirenti Ho visto trattative M&A saltare perché il compratore (spesso un fondo PE americano) non voleva saperne di Cayman o simili. Con Malta? Mai avuto problemi. Chi compra vede una società UE e va sul sicuro. Un altro aspetto: la direttiva UE madre-figlia azzera la ritenuta sui dividendi tra società europee. Quindi, se la tua azienda operativa è in Germania, Francia o Italia, i profitti passano senza trattenute alla holding maltese. Cessione azienda a Malta: I 3 principali vantaggi fiscali nel dettaglio Parliamo chiaro: Malta non è una panacea. Ma se la struttura è adatta, i vantaggi fiscali sono spettacolari. Ecco i tre punti chiave che fanno davvero la differenza: Capital Gains Tax: 0% sulle partecipazioni qualificate Il cuore pulsante della struttura è la Participation Exemption maltese. Ma il diavolo sta nei dettagli. Quote qualificate non significa che qualsiasi partecipazione va bene. Le autorità fiscali maltesi (IRD – Inland Revenue Department) verificano quattro criteri: 1. Partecipazione minima: almeno il 10% delle quote o dei diritti di voto 2. Periodo di detenzione: almeno 12 mesi prima della vendita 3. Test della sostanza: la target non deve essere principalmente immobiliare 4. Clausole anti-abuso: la struttura deve avere vera sostanza economica Il quarto punto è decisivo. Non puoi fondare una holding maltese tre giorni prima dellexit aspettandoti l’agevolazione. Le autorità maltesi non sono sprovvedute. Cosa vogliono vedere: – Un direttore maltese (o almeno, reali decisioni di management prese a Malta) – Un ufficio locale (anche solo service office) – Board meeting regolari a Malta – Documentazione chiara di tutte le decisioni importanti Sembra impegnativo? Lo è. Ma se si tratta di un risparmio di milioni, ne vale la pena. Rimborso tasse sui dividendi: Capire il sistema dei 6/7 Qui viene la parte interessante – e un po’ tecnica. Malta prevede una tassa ufficiale sulle società del 35%. È quella che la tua società paga subito. Ma come azionista non residente, puoi ottenere il rimborso di 6/7 di questa tassa alla distribuzione dei dividendi. Il calcolo: – 100€ utile ante imposte – 35€ imposta società (35%) – 65€ disponibili per la distribuzione – Alla distribuzione: 30€ di rimborso (6/7 di 35€) – Dividendo effettivo ricevuto: 95€ – Carico fiscale netto: 5€ (5%) Il sistema si basa sul “full imputation system”: in sostanza, l’utile deve essere tassato una sola volta – a livello azienda o a livello socio. Se sei non residente, non paghi tasse personali a Malta e ti viene quindi restituita gran parte della tassa societaria. Attenzione: il rimborso non è automatico. Va richiesto con la corretta procedura e solo se formalmente tutto è in regola. Consiglio sempre di affidarsi a un consulente locale – 5.000-10.000€ annui di costo sono irrisori rispetto ai risparmi. Trattati contro la doppia imposizione: Copertura in 70+ Stati Malta vanta una delle reti di convenzioni contro la doppia imposizione (DTA) più fitte al mondo, con più di 70 paesi, tutte le principali economie incluse. Risultato: se la tua azienda operativa è fuori Malta, eviti tassazioni doppie. Particolarmente vantaggiosi gli accordi con: – Germania: 5% ritenuta su dividendi con partecipazione oltre il 10% – USA: 5% ritenuta su dividendi in caso di quote oltre il 10% – UK: 15% ritenuta sui dividendi (ma recuperabile) – Svizzera: 15% ritenuta sui dividendi Pensi sia poco? Su una distribuzione di 50 milioni da una GmbH tedesca, la differenza tra il 5% e il 26,375% di ritenuta è enorme. Esempio pratico: la tua GmbH fa 10 milioni di utile. Senza holding maltese, su dividendi a persona fisica paghi 26,375% di Capital Gain Tax (2,6 milioni). Con holding a Malta: – 5% ritenuta in Germania = 500.000€ – credito d’imposta a Malta – in caso di ulteriore distribuzione, imposizione solo nello stato di residenza La rete DTA rende Malta molto appetibile per strutture multinazionali. Che la tua azienda sia in Germania, negli USA o a Singapore, c’è (quasi) sempre un trattato favorevole. Passo dopo passo: Come strutturare al meglio il tuo Malta-Exit Ora torniamo al pratico. Ti guido lungo tutto il percorso – dalla prima idea fino all’exit. La maggior parte degli errori avviene proprio nella fase di pianificazione, quindi meglio essere meticolosi. Fase 1: Fondazione della holding a Malta e creazione della sostanza Il tempismo è tutto. Ti servono almeno 12 mesi tra la costituzione della holding a Malta e la vendita dell’azienda. Meglio 18-24 mesi per sicurezza. Step 1: Scegli forma sociale e struttura Malta offre varie opzioni. Per le Exit, quasi sempre la Private Limited Company è la scelta migliore. Capitale minimo: 1.164€ (molto accessibile). Step 2: Creare sostanza locale Qui si fa la differenza. Devi garantire: – Un direzione locale maltese o decisioni gestionali a Malta documentate – Un indirizzo legale maltese (basta un service office) – Un conto corrente maltese – Contabilità e dichiarazioni fiscali in regola Io collaboro di solito con professionisti/corporate provider affidabili su Valletta. Costo: 8.000-15.000€ all’anno per la gestione completa. Step 3: Preparare il trasferimento delle quote Trasferire le quote dell’azienda operativa alla holding maltese è un nodo delicato: in Germania normalmente scatena una plusvalenza – salvo casi di riorganizzazione agevolata. La soluzione più elegante: lo scambio di quote fiscalmente neutro secondo l’Umwandlungssteuergesetz (UmwStG) tedesco. Cedi le quote alla holding maltese e ricevi quote di questa. Nessuna tassazione immediata, a condizione che mantieni la partecipazione almeno 7 anni. Step 4: Preparazione operativa La holding non deve esistere solo su carta. Consiglio: – Riunioni di board trimestrali a Malta (anche virtuali, ma documentate) – Decisioni strategiche formalmente prese dalla holding – Contratti di finanziamento/licenze IP intestati alla holding Fase 2: Trasferimento asset e rispetto dei tempi Il passaggio delle quote alla holding maltese è un momento cruciale. Qui si decide la validità della struttura dal punto di vista fiscale. Lo scambio di quote esente imposte In Germania, il § 21 UmwStG consente lo scambio esente se: – trasferisci almeno il 25% delle quote – la holding maltese è una società UE (✓) – le tue nuove azioni sono detenute almeno 7 anni Sembra una lunga attesa, ma: puoi vendere le nuove quote nella holding (cioè realizzare l’exit), non puoi solo chiudere la holding nei 7 anni. Strategia di tempistiche Questa la timeline che seguo normalmente: Momento Azione Effetto fiscale T-24 mesi Fondazione holding a Malta Nessuno T-18 mesi Costruire sostanza Costi operativi T-12 mesi Effettuare lo scambio quote Esente, se struttura corretta T-6 mesi Avvio processo di vendita Superata la soglia 12 mesi T Cessione azienda 0% Capital Gains Tax Malta Data di valutazione Un dettaglio spesso trascurato: il valore delle quote al momento dello scambio diventa il tuo prezzo di acquisto nella holding maltese. Se la valutazione aumenta in seguito, solo quell’incremento è teoricamente imponibile. Esempio: alla data dello scambio la società vale 30 milioni, all’exit 100. A Malta, solo i 70 di plusvalenza sarebbero imponibili – ma grazie alla Participation Exemption, l’imposta resta comunque 0%. Fase 3: Ottimizzare tempistiche di exit e processo di vendita La vendita tramite Malta, una volta strutturata, è spesso la parte più semplice. Ma anche qui ci sono margini di miglioramento. Scegli la forma di cessione Fondamentalmente hai due opzioni: 1. Share Deal: la holding maltese vende le quote della società operativa 2. Asset Deal: la società operativa vende gli asset, la holding a Malta incassa il ricavato dalla liquidazione Nei tech, quasi sempre conviene lo Share Deal: l’acquirente preferisce subentrare nei contratti e nella struttura esistente. Earn-Out Molte cessioni oggi hanno earn-out (“pagamenti dilazionati”). Anche in questo caso Malta vince: i pagamenti earn-out sono considerati costo aggiuntivo d’acquisto e, per partecipazioni qualificate, restano esenti. Pianificazione della liquidità Dopo l’exit, il denaro resta nella holding maltese. Vari modi per distribuirlo: – Distribuzione immediata: massimo rimborso fiscale, ma possibile tassazione alta nel paese di residenza – Distribuzione scaglionata: in più anni, per minor progressività fiscale – Reinvestimento: usare la holding maltese per nuovi investimenti Solitamente suggerisco una strategia mista: una quota subito per liquidità personale, il resto a rate o per nuovi progetti. Malta Holding Exit: Le insidie e come evitarle Passiamo al lato meno roseo. Le strutture maltesi non sono automaticamente un successo. Ho visto abbastanza exit andare male da sapere che i dettagli fanno la differenza tra successo e fallimento. Sostanza reale: cosa si aspetta davvero Malta Il più grande errore: Malta sarebbe un paradiso fiscale “plug & play”. Falso. Le autorità maltesi, negli ultimi anni, hanno intensificato i controlli e verificano rigorosamente leffettiva presenza. “Sostanza” vuol dire: 1. Sostanza gestionale: le decisioni chiave devono essere prese a Malta. Che non vuol dire trasferircisi, ma board meeting, strategie e M&A documentati con tracciabilità maltese. 2. Sostanza operativa: la holding non può essere una società di comodo. Meglio se svolge reali attività: gestione IP, finanziamenti, M&A. 3. Sostanza personale: non serve personale proprio, ma almeno un direttore locale qualificato o un service provider con un ruolo reale. Come la metto in pratica Io adotto quello che chiamo “Malta-Hybrid”: – Service office a Valletta (3.000-5.000€/anno) – Resident director locale (10.000-15.000€/anno) – Board meeting trimestrali fisici (si possono abbinare ad altri appuntamenti) – Tutte le decisioni documentate con focus maltese Red flag da evitare: – Holding costituita pochi giorni prima della vendita – Nessun direttore/meeting locale – Nessuna attività reale – Documentazione incoerente sui processi decisionali Direttiva anti-abuso fiscale (ATAD): Cosa prevedono le nuove regole UE Dal 2019 tutti i paesi UE applicano la direttiva anti-abuso fiscale (ATAD). Potrebbe intimorire chi fa strutture a Malta, ma con la giusta pianificazione non è un problema. Le regole ATAD più rilevanti: 1. General Anti-Abuse Rule (GAAR): operazioni prive di ragione imprenditoriale possono essere ignorate. La holding maltese deve avere uno scopo reale, non solo elusivo. 2. Controlled Foreign Company (CFC) Rules: redditi passivi da società estere controllate vengono tassati in capo al socio. Riguarda soprattutto interessi e royalties, non plusvalenze. 3. Regole su interessi passivi: limitano la deducibilità degli interessi. Non rilevante nelle exit classiche. Come rimanere conformi a ATAD: – Documenta ragioni economiche autentiche per usare Malta (es. espansione internazionale) – Garantire reale sostanza e attività operative – Evita holding puramente passive prive di business effettivo Il test del “business purpose” Le strutture maltesi superano le verifiche ATAD senza problemi se inserite in una reale strategia di crescita internazionale. Esempi di finalità riconosciute: – Coordinamento M&A internazionale – Gestione centralizzata IP – Finanziamento sussidiarie – Preparazione per espansione globale CRS e scambio automatico di informazioni Anche Malta aderisce al Common Reporting Standard (CRS) e scambia automaticamente informazioni sui titolari esteri. Non è uno svantaggio, anzi: attesta l’adesione agli standard internazionali. Cosa viene comunicato: – Titolari effettivi dei conti – Saldi e proventi finanziari – Dividendi e interessi – Proventi da cessioni di attività Cosa comporta per te: Il tuo fisco di residenza sarà informato sulle attività della Malta company. Ottimo segnale di trasparenza – nessuna struttura da nascondere, tutto dichiarato. Strategia compliance: – Dichiara la holding fin dall’inizio – Rispetta l’obbligo di comunicazione di legami esteri – Documenta correttamente tutte le valutazioni fiscali – Collabora solo con fiscalisti esperti di Malta Lo scambio CRS è anche un forte argomento “pro Malta” contro le vere giurisdizioni offshore. Mentre con Cayman/BVI può esserci sospetto, Malta – come membro UE – è pienamente CRS compliant. Malta vs. altre giurisdizioni UE: Il confronto onesto La domanda che ricevo più frequentemente: Malta è davvero meglio di Olanda o Lussemburgo? La risposta sincera: dipende. Ogni giurisdizione ha pro e contro. Ecco il confronto trasparente. Malta vs Olanda: confronto tra holding Olanda: il classico UE Paese di riferimento per le holding, massima reputazione, strutture consolidate, ampia rete di consulenti. Differenze fiscali: – Capital gain: Olanda 0% sulle partecipazioni qualificate (come Malta) – Dividendi: Tassa società 25%, ma Participation Exemption sopra il 5% – Withholding tax: 15% su dividendi in uscita (con riduzioni da trattati) – Carico effettivo: Spesso 5-15% a seconda della struttura Vantaggi Malta su Olanda: – Maggior risparmio sui costi compliance (8.000€ contro 15-25.000€/anno) – Richieste di sostanza meno rigide – Rimborso fiscale semplice e lineare – Meno burocrazia sulla “sostanza” Vantaggi Olanda su Malta: – Reputazione superiore per investitori istituzionali – Ampia rete di esperti e provider – Giurisprudenza consolidata sulle strutture holding – Nessuna attesa 12 mesi in alcune strutture La mia raccomandazione: Per exit sotto i 50 milioni di euro, Malta vince per i costi più bassi. Per operazioni molto grandi, Olanda è preferibile se coinvolti fondi/investitori istituzionali. Malta vs Lussemburgo: costi e compliance Lussemburgo: la scelta “premium” Da sempre il top per grandi fondi PE e famiglie, ma con costi decisamente più elevati. Confronto costi annuali: Voce Malta Lussemburgo Olanda Gestione societaria 8.000-12.000€ 25.000-40.000€ 15.000-25.000€ Consulenza fiscale 5.000-8.000€ 15.000-30.000€ 10.000-20.000€ Audit (se necessario) 3.000-5.000€ 15.000-25.000€ 8.000-15.000€ Ufficio/indirizzo 3.000-5.000€ 8.000-15.000€ 5.000-10.000€ Totale 19.000-30.000€ 63.000-110.000€ 38.000-70.000€ Differenze fiscali: – Lussemburgo: Participation Exemption sopra il 10%, 0% capital gain – Imposta società: 24,94% con varie riduzioni – IP regime: 80% deduzione sui ricavi IP – Withholding tax: 15% dividendi (con riduzioni da trattati) Quando vale il costo alto – Exit sopra 200 milioni – Strutture multi-paese molto complesse – Strategie di family office molto lunghe – Se ci sono fondi PE/istituzionali coinvolti Malta vs Cipro: dopo i recenti cambi normativi Cipro: la stella caduta Per anni polo favorito per holding (soprattutto per Russia/Est Europa). Ma gli ultimi cambiamenti ne hanno ridotto l’appeal. Cosa è cambiato: – Defence Contribution: 17% su redditi passivi anche per dividendi ai residenti fiscali – Regole residenza: almeno 60 giorni/anno di permanenza fisica – Requisiti di sostanza: molto più rigidi – Reputazione: minata a livello internazionale Vantaggi Malta su Cipro: – Nessuna Defence Contribution sui dividendi – Requisiti residenza più flessibili – Reputazione più solida dal 2018 – Situazione politica più stabile Vantaggi Cipro su Malta: – Strutture consolidate per l’Est Europa – Costi annui inferiori (se si evita la Defence Contribution) – Più consulenti di lingua tedesca Come la vedo io: Per nuove strutture di exit oggi vince Malta. Cipro resta utile solo per chi ha già strutture o legami specifici nell’Est Europa. Il punto della situazione: Nessuna giurisdizione è perfetta. Malta è vincente per costi e semplicità, con meno prestigio rispetto a Lussemburgo. Olanda è l’opzione intermedia, ma più costosa di Malta. Cipro è più economica, ma ora più rischiosa. La mia regola empirica: sotto i 50 milioni Malta è ideale; sopra meglio valutare Olanda o Lussemburgo, secondo acquirente e complessità. Caso pratico: Startup tech vende tramite struttura maltese La teoria è importante, ma vuoi sapere come funziona davvero in pratica. Ecco un caso reale (anonimizzato, ma con cifre vere). Situazione di partenza: GmbH tedesca con exit da 50M€ Il cliente: Stefan, 34 anni, imprenditore tech di Monaco. Insieme al co-founder aveva sviluppato software AI per la logistica. Dopo quattro anni di crescita bootstrap, erano arrivate diverse offerte di acquisizione. Le cifre: – Valore società: 50 milioni di euro – Quota Stefan: 60% (30 milioni) – Quota co-founder: 40% (20 milioni) – Tasse in Germania su vendita diretta: 26,375% = 7,9 milioni di tasse solo per Stefan Il problema: Stefan voleva reinvestire il ricavato per la prossima startup, ma 8 milioni di tasse gli avrebbero limitato le opzioni. Aveva però tempistiche strette: il compratore (corporation USA) voleva chiudere in 9 mesi. La difficoltà: 9 mesi sono pochi per strutturare Malta. Ricorda: la holding deve detenere le quote per almeno 12 mesi. Abbiamo dovuto agire in modo molto strategico. Ristrutturazione maltese: cronoprogramma e costi La soluzione: Strategia su due binari: Track 1: costituzione immediata della holding – Mese 1: fondata Stefan Holdings Limited a Malta – Mese 2: creato sostanza, nominato direttore locale – Mese 3: scambio di quote esente secondo UmwStG Track 2: parallelamente, preparazione vendita – Mese 4-6: due diligence con l’acquirente – Mese 7-9: trattative – Mese 12: closing (giusto 12 mesi dopo la fondazione Malta) Struttura finale: Stefan (Monaco) | | 60% quote | Stefan Holdings Limited (Malta) | | 60% quote | Tech-GmbH (Monaco) Costi ristrutturazione: Voce Una tantum Annuali Costituzione società Malta 3.500€ – Consulenza fiscale Germania 15.000€ – Corporate Service Malta 5.000€ 12.000€ Consulenza fiscale Malta 8.000€ 8.000€ Legal due diligence 12.000€ – Compliance annua – 5.000€ TOTALE 43.500€ 25.000€ Il momento della verità: scambio quote Lo scambio esente d’imposta ex § 21 UmwStG è stato decisivo. Stefan ha ceduto la sua quota del 60% della GmbH tedesca alla holding Malta e in cambio ha ricevuto il 100% della holding maltese. Valutazione fiscale in Germania: 0€ (scambio neutro), ma blocco di 7 anni sulle nuove quote. Risparmio fiscale: cifre e ROI concreto Cessione dopo 12 mesi: – Prezzo vendita: 50 milioni (la società era cresciuta nel frattempo) – Quota Stefan: 60% = 30 milioni – Capital Gain Malta: 0€ (Participation Exemption) Strategia di distribuzione: Stefan desiderava subito 20 milioni per il nuovo progetto, gli altri 10 da conservare. Calcoli fiscali per distribuzione 20 milioni: – Tassa società Malta: 35% = 7 milioni – Rimborso 6/7: 6 milioni – Netto distribuito: 19 milioni – Capital Gain Germania: 26,375% su 19M = 5,01 milioni – Netto ricevuto: 13,99 milioni Il confronto: – Con struttura Malta: 13,99 milioni netti (da 20M di distribuzione) – Senza Malta: 14,7 milioni netti (da 20M vendita diretta) Ma come, penserai, peggio con Malta? – Vero, sulla prima tranche. Ma Stefan ne aveva ancora 10 milioni nella holding, flessibili da gestire. Riepilogo dopo 3 anni: Stefan ha distribuito il resto a rate su 3 anni (meglio dal punto di vista progressività) e usato la holding anche per nuovi investimenti. Bilancio finale: – Tasse totali con Malta: 4,2 milioni (14%) – Tasse senza Malta: 7,9 milioni (26,375%) – Risparmio: 3,7 milioni – ROI struttura Malta: 8.500% (3,7M / 43.500€ costi) Perché Stefan era entusiasta: – Massima flessibilità nelle distribuzioni – Holding come veicolo per nuovi investimenti – Ottima reputazione internazionale (soprattutto verso USA) – Sicurezza giuridica grazie quadro UE Lezioni apprese: 1. Tempistiche sostenibili: anche con poco tempo Malta può funzionare 2. Distribuire a rate: massimizza il vantaggio fiscale 3. Reinvestimento: la holding maltese è super per i nuovi progetti 4. Costi compliance: 25.000€/anno sono irrisori rispetto ai risparmi Cessione aziendale a Malta 2025: Cosa cambierà Le leggi fiscali non sono eterne. Quello che oggi va, domani può cambiare. Ecco cosa potrebbe attendere Malta – e come farti trovare pronto. Riforme fiscali UE: BEPS e minimum tax Arriva la minimum tax OCSE Dal 2024, i gruppi multinazionali devono pagare almeno il 15% di imposte. Anche Malta sarà impattata, ma meno di quanto si pensi. Impatto per Malta: – Vale solo per gruppi con ricavi >750 milioni annui – Malta introdurrà una top-up tax per arrivare al 15% – Il sistema di rimborso 6/7 resta in vigore – Il carico effettivo sale al 15% solo per le mega-corporation Effetti sulle exit “normali” Per la stragrande maggioranza delle exit, non cambia nulla. La minimum tax riguarda solo strutture enormi. Un exit da 50 milioni non è toccato. BEPS Action 6: stop al treaty shopping L’iniziativa OCSE contro l’erosione base imponibile impone test anti-elusione più severi nelle DTA. Principal Purpose Test (PPT): I vantaggi dai trattati si applicano solo se la struttura non ha come esclusivo obiettivo la riduzione fiscale. Come restare conformi al PPT: – Motiva e documenta sempre le ragioni economiche della scelta Malta – Evita strutture solo “tax-driven” prive di sostanza – Usa Malta come vera piattaforma gestionale Nuovi requisiti di sostanza dal 2025 Malta stringe le maglie Le autorità hanno annunciato, dal 2025, nuovi requisiti di sostanza. In particolare per holding passive. Le novità: Economic Substance Test: – Almeno due dipendenti qualificati a Malta – Oppure: funzione direzionale effettiva e documentata a Malta – Oppure: gestire via Malta attività economiche rilevanti Adequate Substance Indicators: – Board meeting regolari a Malta (minimo trimestrali) – Decisioni strategiche prese a Malta – Il director maltese deve disporre di reali deleghe – Contabilità e compliance locale impeccabile Aumento di compliance Nuove regole = costi superiori annui. Stimo +30-40% di lavoro su compliance. Ma con i risparmi tipici, resta un affare. Adattamenti pratici: – Più presenza fisica sull’isola – Director locali più qualificati – Documentazione rafforzata delle delibere – Possibile assunzione di personale maltese Effetti Brexit sulle strutture UK-Malta L’accordo UK-Malta resta valido Qualunque cosa faccia la Brexit: la convenzione UK-Malta resta in vigore. Per imprenditori inglesi, Malta rimane strategica. Nuove opportunità post-Brexit: – Tante società inglesi cercano accesso UE via Malta – Malta ponte per l’UE da UK – Domanda crescente di strutture Malta da aziende UK Non-dom: sempre più interessante Lo status di non-domiciled a Malta permette agli imprenditori britannici di tassare solo i redditi prodotti a Malta. Strutturando bene, diventa un’arma potentissima. Struttura tipo UK-Malta: Imprenditore UK (Malta Non-Dom) | Malta Holding Company | Società operativa UK In questo caso: – Gli utili UK vanno come dividendo a Malta – Imposizione Malta effettiva 5% – Se non-dom, niente tasse su redditi prodotti fuori Malta – Su exit: plusvalenza esente a Malta Più burocrazia dopo Brexit Brexit significa più carta, ma i privilegi fiscali restano. Imprenditori UK: prevedete costi compliance extra. Previsione per il 2025 Malta resterà la giurisdizione top per exit UE, ma i costi cresceranno. La minimum tax impatta solo sui colossi, i nuovi requisiti di sostanza su tutti. Metti in budget 40-50.000€/anno per una Malta full compliant dal 2025. Strategia: Se prevedi un exit in 2-3 anni, adesso è il momento perfetto per impostare la struttura Malta. Le regole sono ancora più permissive del futuro prossimo. Domande frequenti Una struttura Malta conviene per qualsiasi exit? No, assolutamente no. Malta è sensata da una soglia di 5-10 milioni d’euro in su, se hai almeno 18 mesi di tempo e sei disposto a investire 25-40.000€/anno in compliance. Per exit più piccoli o se serve chiudere in fretta, i costi superano spesso i benefici. Quanto ci vuole per avere una holding a Malta operativa? Per beneficiare delle agevolazioni fiscali, serve almeno un intervallo di 12 mesi tra trasferimento quote e exit. Tempistiche ragionevoli: 3-6 mesi per setup e sostanza, poi 12 mesi di attesa. In totale calcola almeno 18 mesi complessivi. Devo trasferirmi a Malta per sfruttare la holding? No, non è necessario. Serve però reale sostanza: un director locale, board meeting periodici a Malta e decisioni gestionali documentate. In genere bastano poche trasferte business annue sull’isola. Cosa succede se Malta cambia le sue leggi fiscali? Malta è nella UE e non può cambiare regole all’improvviso. Le maggiori riforme sono sempre accompagnate da transizioni pluriennali. Il sistema 6/7 esiste da oltre 20 anni ed è il pilastro della fiscalità maltese. Malta è riconosciuta a livello internazionale o è vista come paradiso fiscale? Malta non è nella lista UE dei paesi non cooperativi e rispetta tutti gli standard OCSE. È totalmente CRS compliant e condivide dati con tutti i principali paesi. La maggior parte delle banche e investitori la trattano come qualsiasi giurisdizione UE. Posso “spostare” la mia GmbH tedesca già esistente direttamente a Malta? Teoricamente sì, ma raramente conviene. Il trasferimento comporta exit tax (Entstrickungsbesteuerung) in Germania. Meglio quasi sempre avere una holding maltese sopra la GmbH tramite scambio quote neutro. Quanto costa realmente una struttura Malta per exit? Setup: 40-60.000€ una tantum. Costo annuo: 25-40.000€ (in crescita). Su un exit da 50 milioni risparmi tipicamente 3-8 milioni di tasse — ROI altissimo. Malta funziona anche per asset deal anziché share deal? Dipende. La Participation Exemption vale solo per la vendita di quote, non per vendita di asset. Negli asset deal si paga normale tassa società (5% effettivo con rimborso). Resta comunque più conveniente rispetto al regime tedesco. Come affronterà Malta la minimum tax UE dal 2024? Il 15% vale solo per gruppi oltre 750 milioni annui di fatturato. Per le exit startup tipiche non cambierà nulla. Malta adatterà il sistema, ma per le strutture di exit classiche non ci sono impatti. Qual è l’errore più comune nelle strutture maltesi? Poca sostanza e tempistiche strette. Molti pensano che Malta sia una “scorciatoia” da implementare tre mesi prima. Non è così: serve vera sostanza e almeno 12 mesi di anticipo. Senza questi accorgimenti, non funziona.